sabato 20 luglio 2013

#Day 7

Giorno 7: Are there specific times of day that you have trouble avoiding a binge? How are you working around that now? (Congratulations on making it one week!)

Prova e riprova sono volata ad una settimana senza abbuffate. Questo percorso mi sta aiutando: ogni giorno mi dico "Devo andare a rispondere alla domanda del challenge, non posso permettermi di abbuffarmi!". Ma sarò sincera: non sono ancora capace di stare completamente senza vomitare.
Ci sono volte in cui non è tanto il senso di colpa quanto proprio il bisogno fisiologico dello stomaco che fa riemergere all'aria i cibi. Certo, quando succede cerco di limitarlo il più possibile, e tuttavia sono contenta di resistere senza abbuffarmi. Le giornate in cui rischio maggiormente di cadere nella bulimia sono proprio giornate come questa, in cui mi ritrovo sola in casa, immersa nella malinconia, nella disperata attesa che arrivino le 19:30 per poter andare al lavoro e non pensare a calorie e compagnia bella.
Che poi non è vero.
Ci penso comunque, e anche tanto. A volte mi distraggono pure e temo sempre di cadere in qualche loro tranello che finirebbe per farmi fare qualche cavolata sul posto di lavoro. Spesso è anche l'insoddisfazione che mi assale nei momenti in cui penso che non sarò mai quello che voglio essere, a spingermi ad abbuffarmi. Poi se tutto va bene, come oggi, rifletto a mente "lucida", per quanto lucida possa essere considerata la mia, e mi dico che è palese che non diventerò mai quello che voglio se continuo a imbuzzarmi come una morta di fame; e allora non accade nulla. Ma non è facile: è come se mi trovassi su una fune sospesa in un baratro. Scaffali di cibo che mi circondano ai lati, distanti, impossibili da prendere se non allungandosi. Ma poi ad allungarsi succede che si perde l'equilibrio e si cade giù, nel buio, tra il nulla della disperazione, attanagliati dalle morse dei sensi di colpa, trascinati sempre più giù dall'insoddisfazione. 
E' questione di un attimo, uno solo. 
Una frazione di secondo basta per aprire la voragine; poi come colmarla vien da sé. Basta che sia commestibile no?!
Peccato che non si colma proprio un bel niente, e me ne rendo conto ogni volta che automaticamente, ad ogni minima preoccupazione, emozione o sentimento, mi sento sempre più persa e incapace di affrontare la vita come tutte le persone normali farebbero.
Cerco di non pensare in momenti come questi. Mi immagino il cibo come un aggregato di grassi che lottano contro di me per entrare nel mio corpo e peggiorarlo, ammalarlo. Milioni di minuscoli ometti bianchi e tondi pronti a riempire le mie cellule lipidiche. 
E allora passa la voglia di mangiare.
Oppure leggo, scrivo, sto al computer, esco con i cani a fare una passeggiata. Qualsiasi cosa è utile per stare lontana dalla cucina. La cosa migliore è dormire, con il solo inconveniente che mi sto estraniando sempre più dalla vita sociale, isolandomi da amici e conoscenze di ogni tipo. Il fatto è che (per ora) non mi sembra un problema, anzi non ho proprio voglia di uscire; mi sento a disagio, incompleta. E' come se rimandassi a quando finalmente sarò "più magra". E pensare che dicevo così anche la scorsa estate.
NON è CAMBIATO UN BEL NIENTE.

6 commenti:

  1. Una cosa alla volta. Non riesci ancora a fare a meno di vomitare? Va bene, lavorerai anche su quello, ma almeno adesso è una settimana che non ti abbuffi! E' una cosa bellissima, un inizio fantastico che dovrebbe spronarti ad essere fiera di te, a capire che il cambiamente deve partire dalla tua persona!
    Ma devo dire che leggendo questo post mi è tornato in mente quando io ero nel pieno della bulimia e mi abbuffavo anche 5 volte al giorno per poi vomitare altrettante volte. E' un bisogno compulsivo di riempirsi. Ed è assurdo, perché più ci si riempie lo stomaco in questo modo malsano, più ci si sente delle persone vuote e inutili.
    Intanto continua su questa strada, i progressi si vedono con il tempo, e almeno questa settimana non hai ceduto alle abbuffate. Sono fiera di te! :)
    Ti stringo.

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  2. " Il fatto è che (per ora) non mi sembra un problema, anzi non ho proprio voglia di uscire; mi sento a disagio, incompleta. E' come se rimandassi a quando finalmente sarò "più magra". E pensare che dicevo così anche la scorsa estate.
    NON è CAMBIATO UN BEL NIENTE."

    Potrei averlo tranquillamente averlo scritto io. Lo penso adesso, in questo momento. E non ho ancora trovato il modo. per riuscire a liberarmi di questa ossessione. Passano gli anni e non mi sono ancora liberata dei miei limiti mentali (e fisici). Vorrei poterti dare un consiglio reale, vero e che possa realmente aiutare. Ma l'unica cosa che posso fare è starti vicina!
    Un abbraccio.

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  3. Piccola, mentre "rimandi" a quando sarai magra, la vita ti scivola tra le mani. Passano i giorni, le settimane, i mesi...e senza che tu neanche te ne accorga passano gli anni. E non tornano indietro, e poi finirai per pentirtene.
    Quando ero grassa, ma io ero grassa davvero, ho passato un'intera estate chiusa in casa a leggere, anche perchè io abito al mare, x cui i miei amici passavano lì le loro giornate ed io certo non potevo mettermi in costume. La mia migliore amica passava a trovarmi prima di tornare a casa sua, prima di cena, e mi raccontava la vita, mentre io potevo raccontare solo delle storie che avevo letto.
    Ti capisco perchè anch'io tendo a reagire così. Per esempio avevo deciso che la mia estate sarebbe iniziata dopo l'esame, che ho rimandato dal 4 al 25 giugno, poi al 10 luglio e infine al 24 luglio. Nel frattempo son passati due mesi ed io ancora non sono andata al mare, non ho trascorso una serata in spiaggia o a bordo piscina. Penso che se non ci fosse il mio ragazzo non uscirei di casa e passerei i week end a dormire. Per cui ti capisco, ma ti assicuro che non sono scelte sane, e per quanto quello che dico sia banale, la vita è ora, e noi la stiamo perdendo. Sono riflessioni scontate, eppure non sembriamo renderci conto di tutto ciò a cui rinunciamo nell'illusoria convinzione che poi, quando finalmente saremo magre, adeguate, sicure di noi, diplomate, laureate, fidanzate ecc. ecc., inizieremo a vivere.

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  4. Come ti capisco, anche io credo di star rinunciando troppo agli amici... Complimenti però a me quando viene in mente di abbuffarmi ciao lo faccio e basta!

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Il commento di Cecilia è esemplare. Praticamente, è durissima, ma non otterremmo un bel niente, ( e qui cito una frase che ho usato nel mio blog tempo fa), finchè non capiremmo che bisogna "essere per avere, e non : avere per essere."
    "Avere per essere" significa aspettare di essere magra , per vivere " da magra'
    "Essere per avere" significa vivere da magra, per diventarlo.
    Tu pensi che quando sarai magra rinunzierai alla vita sociale ? Oppure pensi che combinerai il controllo del cibo con le amicizie e le relazioni , in modo da avere tutto senza rinunciare a nulla ?
    Credo la seconda, o sbaglio?!
    Bene: questo è ciò che devi fare adesso, cominciando dal QUI & PRA con le piccole scelte consapevoli di ogni giorno. Con i piccoli passi in avanti: quello di non abbuffarti, per esempio, ne è uno, ma grande.
    Io ti do tutti questi consigli perché ho avuto modo di rifletterci: tendo esattamente allo stesso modo di pensare.
    La scorsa estate ero riuscita nel " sogno" della magrezza, ma pur sempre con un comportamento " bulimico" anche se senza vomito: mi " abbuffavo" ma di proteine. Ovvio che non ingrassavo & anzi dimagrivo, ( Thank you, Mr Dukan), ma stavo male & non avevo di certo cambiato il mio approccio con il cibo.

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