sabato 1 dicembre 2012

Una brutta macchia di colore.

E' così tanto che non scrivo che avrei una marea di cose da raccontare. Ma in fondo quello che importa è che sono ancora qui, senza speranze e forse non sto migliorando per niente. Sebbene prenda l'antidepressivo, vada dalla psichiatra, continui a frenquentare l'università, il mio umore degenera di giorno in giorno e non riesco a capacitarmi di ciò. Il punto è che non so che cosa voglio dalla mia vita, e di conseguenza non so se RIVOGLIO la mia vita. Riprendersi la propria vita è difficile. Significa scendere in campo e lottare. Implica la possibilità di fallimenti, ferite, cadute e delusioni. E io preferisco restarmene qui, arroccata sulla mia torre d'avorio fatta di calorie, numeri, calcoli. Dove non c'è spazio per i sentimenti, quelli veri, quelli che ti struggono l'anima ma che danno anche un senso alla vita. No, io non ne voglio sapere perché in fondo ora sto bene così, o almeno credo. Sto bene finché non crollo e il mio mondo si frantuma in mille pezzettini; quando, nell'arco di 24 ore, mi soffermo quei pochi secondi di fronte a quello specchio, e quei miseri infiniti secondi mi lacerano l'anima tanto da voler scomparire. Mi sento sciocca...certi giorni sono invincibile, forte, realizzata del mio peso, del vuoto nello stomaco. Altri mi rendo conto di quanto io non sia adatta, giusta, di quanto non sia abbastanza...ABBASTANZA COSA POI? Magra?! Non solo..non sono abbastanza in niente. Ma continuo a inghiottire giorno dopo giorno le amarezze che si susseguono finché poi non scoppio e mi rendo conto della mia immensa, stupida piccolezza.

 Ho dato il mio primo esonero Giovedì, di fisica. Ho l'impressione che sia andato male, anche se non ho fatto altro che studiare. E me la sono presa da morire. Ma ho immagazzinato, masticato i nervi, incapace di piangere, mentre dentro sentivo la delusione che lentamente mi corrodeva l'anima.

E poi le lacrime sono venute giù, in un momento inaspettato, per una sciocchezza. Un solo singolo futile evento che ha riaperto in me chissà quale voragine. C'è da ridere veramente, ma il tutto mi ha fatto rendere conto di quanto qualcosa non vada bene in me. 
E' accaduto ieri sera mentre facevo la spesa con mia madre. Vado sempre con lei perché ho bisogno di scegliere da sola frutta e verdura. Mi sono fatta un bel sacchetto di carote e mentre le sceglievo avevo già individuato la mia cena: una bella carotona grande che mi riempiva anima e corpo, e il mio pasto sarebbe stato completo (almeno per me). Ma alle casse non ci sono bastati i contanti per pochi centesimi e, ironia della sorte, mia madre ha deciso di rimettere a posto proprio le mie carote dicendo che tanto mi avrebbe fatto bene per una sera non mangiarle.
NON SO PERCHE' MA IN QUEL MOMENTO MI E' CROLLATO IL MONDO.
Solo dopo aver pianto per tutto il tragitto mi sono resa conto di quanto sia stata stupida.

Tutto questo non è normale. E non è normale nemmeno che io sia arrivata a vomitare anche senza abbuffarmi. Mangio un biscotto di troppo e lo vomito automaticamente, come se il mio stomaco avesse fatto l'en-plein, come se ora come ora fosse facilissimo superarne la capienza.

E allo stesso modo in cui il mio stomaco diventa sempre più piccolo e meno desideroso di mangiare, così io mi sento sparire ogni giorno di più, come una brutta macchia di colore su un disegno, finita lì per errore e cancellata lentamente dall'erosione del susseguirsi di una vita inutile, come lo sono io.